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Tagli all’editoria, Italia in Comune Puglia: “Così si calpesta l’articolo 21 della Costituzione”

La Redazione
Carlucci
Fondi per l'editoria progressivamente ridotti, a partire dal 2019 e fino all'abolizione totale nel 2022
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Fondi per l’editoria progressivamente ridotti, a partire dal 2019 e fino all’abolizione totale nel 2022. È questo sostanzialmente quello che viene stabilito dall’emendamento alla Legge di bilancio che ha come primo firmatario il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli.

Un provvedimento, questo, che ha sollevato l’indignazione degli amministratori di Italia in Comune Puglia, a cominciare dal presidente provinciale per Bari, Davide Carlucci.

«Sotto Natale, silenziosamente viene proposto un emendamento alla manovra che calpesta l’articolo 21 della Costituzione e che è stato giustamente definito ‘amazza-emittenti’. In altre parole, si decreta la morte della piccola editoria. Già, perché la proposta prevede che le imprese editrici non abbiano più diritto ai contributi diretti, con una progressiva riduzione che inizierà già dal 2019 fino alla loro totale abolizione nel 2022. Tuttavia, il testo del provvedimento non tiene conto del fatto che tanti piccoli giornali, tante emittenti locali non hanno le possibilità di mantenere in piedi, accanto a quello editoriale, un settore commerciale, quello, per intenderci, che dovrebbe garantire la vendita degli spazi pubblicitari– ha spiegato Carlucci che, prima di dedicarsi all’attività di sindaco di Acquaviva delle Fonti, svolgeva, appunto, la professione di giornalista- Inoltre,- ha continuato- le imprese del territorio, i piccoli e grandi professionisti che decideranno di investire in pubblicità saranno fisiologicamente portati a farlo nelle testate più lette, nelle emittenti più seguite, quelle con i dati Auditel più ‘importanti’, così facendo allargando sempre più il divario tra le grandi e le piccole imprese del settore editoriale. In altre parole, il provvedimento è a beneficio delle tv e dei quotidiani e periodici già affermati a tutto svantaggio di quelli di dimensioni più modeste e, di fatto, porterebbe a stretto giro alla cancellazione della pluralità dell’informazione stabilita anche a livello costituzionale».

«E’ vero, i tagli, in base all’emendamento sono progressivi ma ciò non toglie che il risultato finale sarà l’azzeramento dei fondi all’editoria– è stato il commento del coordinatore regionale per la Puglia, il sindaco Michele AbbaticchioPer quanto riguarda la nostra regione, negli ultimi giorni abbiamo già avuto la funesta notizia della possibile chiusura della testata storica delle Gazzetta del Mezzogiorno. Se a questa facesse seguito la applicazione pedissequa di quanto preannunciato dal sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi e stabilito da questo emendamento, a cominciare dalla cancellazione del fondo per il pluralismo, a noi sembra proprio che ci sia stia pericolosamente immettendo in una strada che porta dritto dritto verso un regime dittatoriale, in cui vengono resi impotenti o del tutto zittiti gli organi di informazione. Senza contare un altro aspetto, quello più prettamente ‘umano’ di tutta la vicenda, ovvero il fatto che i tagli previsti comporteranno la perdita del posto di lavoro per tantissimi operatori del settore, nella stragrande maggioranza dei casi già oggi precari».

sabato 5 Gennaio 2019

(modifica il 28 Giugno 2022, 18:48)

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