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“Cronisti in rosa”, l’articolo di Debora Brascia

La Redazione
Bitonto 9,5 è il titolo
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Mani che si elevano al cielo. Urla di gioia. Anziani e bimbi si ritrovano faccia a faccia. L’asfalto è un palcoscenico e tutta Bitonto attende con ansia lo spettacolo. Piazza Marconi per l’occasione ha indossato una veste rosa, la migliore che abbia messo addosso da un po’ di tempo. Dovrebbe portarla più spesso. La tensione, l’emozione che si respirano nell’aria sono indescrivibili.
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rnÈ il 18 maggio. Bitonto è la decima tappa del “Giro d’Italia”. Mi suona ancora strano. Mi suona ancora strano che in una città conosciuta più per le sue tragedie che per altro, si sia scelto di organizzare un evento di tale portata. E quanti inconvenienti! Per più di dieci giorni tutte le strade principali della nostra città sono state chiuse per permetterne l’asfaltatura e anche raggiungere la scuola ogni mattina era diventata un vera e propria impresa.
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rnE che dolce risveglio quello accompagnato da rumori di pale elettriche e camion che lavoravano per migliorare le strade! Ma solo ora, ferma davanti alle transenne, con gli occhi spalancati, aspettando, come tutti, l’arrivo del “gruppo” mi accorgo di quale opportunità fantastica sia stata quella del “Giro d’Italia”.
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rnDavvero non l’avevo mai vista così. Bitonto, intendo. O forse si. La gente che si riversa per le strade è la stessa che si vede ad Ottobre, durante la festa dei SS. Medici o durante le processioni. Ma questa volta è diverso.
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rnPer la prima volta anche noi bitontini ci sentiamo parte di un mondo molto più grande della nostra realtà, anche noi finiremo sulle pagine dei giornali di tutto il mondo, anche noi potremo dimostrare di essere all’altezza di qualunque evento. Per la prima volta ciò che ci stringe gli uni accanto agli altri è un spirito nuovo, uno spirito sportivo da sempre latente in ognuno di noi.
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Non riesco a distinguere la meraviglia e la curiosità stampate sui volti dei più piccoli da quelle dei più anziani. Entrambi condividono quello stupore un po’ da bimbi di poter guardare in faccia i grandi campioni che sono abituati ad osservare dai pixel della tv. Quello stupore si trasforma in eccitazione non appena Farrar sbuca dalla curva, immettendosi direttamente di fronte al traguardo dove migliaia di persone lo attendono. L’eccitazione esplode in euforia non appena quel fulmine colorato sfreccia davanti a tutti ad una velocità inaudita, seguito dai restanti ciclisti che si giocano il tutto per tutto negli ultimi metri. Il cronista grida qualcosa, commenta. Ma quasi nessuno in piazza lo ascolta. Le immagini si commentano da sé.
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Attimi di emozione. Attimi di brividi. Attimi colmi di urla.
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rnLa folla esplode. Farrar ha tagliato il traguardo. Ma non è questa la vittoria che interessa alla nostra Bitonto. Bitonto la sua vittoria l’ha già avuta e ha anche un nome:
rnTuttosport: "Bitonto 9,5: [..]ieri in Puglia abbiamo riscoperto il calore e la disponibilità della gente del Sud, che ha accolto il Giro come una propria creatura”
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venerdì 21 Maggio 2010

(modifica il 29 Giugno 2022, 15:36)

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aker221
aker221
13 anni fa

Debby si la meggh