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Il Giro d’Italia a Bitonto: il racconto di una grande festa (Prima gallery di foto)

Mario Sicolo
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La febbre rosa s’è impadronita della città sin dalle prime ore del mattino.
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rnUn sole sfolgorante s’è piazzato nel cuore azzurro del cielo ed ha illuminato questa giornata epocale.
rnE, soprattutto, ha illustrato il cammino del grande Luca Mongelli, che, dopo aver subito un’aggressione vigliacca da parte di ignoti quand’era piccolo, ora vive il suo calvario quotidiano con coraggio e forza incredibili.
rnUna fondazione lo accompagna in questa battaglia.
rnL’energia che ci metteva nel piede tremulo per spingere sui pedali è un insegnamento per tutti noi.
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rnNostra nota. Meraviglioso è stato il corteo delle carrozzine di giovani e ragazzine subito dopo la tappa.
rnE’ stato il vero, grande successo di questa giornata.
rnAnche perché c’è gente come Tommaso De Palma, vicepresidente della Federciclismo pugliese, il suo "capo" Pasquale dal cognome uguale e Franco Germano, anima della Velosprint, che davvero ha un occhio di riguardo nei confronti dei fratellini più sfortunati.
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rnAllora. Tutti per strada a caccia di gadget e sciccherie varie.
rnQualcuno – seguace di don Lisander Meneghino? – nota lo striscione penzoloni sulla merlatura del torrione – che presto scatenerà la solita guerra inutile, vedrete – ed esclama: “Nan sapaiv ca Vtond ièi la capitale d dùgghi e del Romantico Pugliese”. Noi appuli siamo sì appassionati, ma magister Nicholaus è un’altra storia.
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rnLa città è in grado di mostrare il suo volto più suadente alle telecamere di mezzo mondo e più. Ma lo sapevamo che le pietre sono sublimi, i bipedi spesso imi.
rnUn collega della Gazzetta calcola le presenze d’un numero superiore ai centomila.
rnNon vorremmo che fosse una stima berlusconiana, tuttavia vogliamo fidarci, creduloni, perché è stato tutto davvero bello.
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rnLa folla si assiepa per le strade e comincia il toto-personaggio famoso. Un campione del mondo qua (Paolo Bettini), uno olimpico là (Silvio Martinello), un giornalista celebre qui (Gianni Mura, Marino Bartoletti) ed uno televisivo lì (Davide Cassani e Alessandro Fabretti). Taccuini stracolmi d’autografi.
rnCircolano maglie senza logo ufficiale del Giro, ma va bene lo stesso.
rnC’è una corsa nella corsa: quella ai pass per riconfermare la nostra atavica tendenza al privilegio feudale.
rnSui balconi e sui terrazzi si sgomita per avere la migliore visuale sul traguardo.
rnNell’acciaccapesta generale, c’è chi approfitta per abbronzare finalmente la pelle stanca di questo lungo ed estenuante autunno.
rnSfilano miss in quantità industriale, tonde quel tanto che dà tormento ai rappresentanti ingrifati del genere maschile, che si lucidano la retina.
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rnSul traguardo, c’è pure la bici del record mondiale dell’ora e la maglia di campione italiano di Francesco Moser, cimeli gelosamente custoditi da Michele Rubino, nipote del grande prof. Paolo e discendente dell’omonimo ciclista bitontino che negli anni Venti faceva incetta di vittorie.
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rnE siamo alla gara, dunque.
rnNon ci voleva Nostradamus per prevedere che avrebbe vinto Tyler Farrar, tanto ambizioso quanto umile velocista statunitense (in conferenza stampa, confesserà d’avere ancora molto da imparare), già vincitore d’una frazione. Addirittura a preconizzarlo è una collega che sta al ciclismo come Maradona al rugby.
rnCerto, l’arrivo era nervoso, con un paio di curve su via Solferino e al principio di via Alessandro Volta, con uno strappetto al 2 percento di pendenza prima del traguardo, però, se le squadre dei velocisti si fossero messe di buzzo buono ad inseguire gli eventuali fuggitivi, sarebbe stato un gioco da ragazzi riprenderli.
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rnInfatti. Si parte ed in fuga dopo otto chilometri vanno in tre: Charles Wegelius, Omega Pharma – Lotto, Hubert Dupont, Ag2R La Mondiale, e Dario Cataldo, Quickstep.
rnIl percorso è fin troppo pianeggiante e le squadre d’un subito li incalzano.
rnSi fa l’elastico, lungo due minuti circa, finché ai venti dall’arrivo l’aggancio è compiuto.
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rnContemporaneamente, dalla ringhiera del Torrione angioino un concittadino, poco più che quarantenne, precipita nel fossato (alto sei metri) e sono attimi di paura e panico (articolo a parte, ndr). 
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rnSi torna, pensierosi, alla gara.
rnLe insidie degli ultimi due chilometri sono note a tutti nel gruppo. Fabio Sabatini, Liquigas Doimo, s’illude, per lui faticano persino Ivan Basso e Vincenzo Nibali.
rnIl treno della Garmin – Transition risale famelico e lancia prima Julian Dean e, poi, Ferrar.
rnIl resto si sa.
rnLo statunitense, leader della maglia rossa, passa sotto lo striscione ultimo a braccia levate. C’è luce tra lui ed il secondo. Forse, abbiamo assistito alla consacrazione d’un talento, a giudicare dalla gamba notevole mostrata.
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rnIn rosa resta sempre Alexandre Vinokurov dell’Astana, seguito dal campione del mondo, Cadel Evans, BmcRacing Team, e dal duo Liquigas, Nibali e Basso, quest’ultimo più temuto dal kazako, perchè più esperto.
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rnPiovono lustrini rosa, è il momento della premiazione. Sul palco, onesti faticatori del pedale e politici in passerella. E’ giusto così, almeno in questo giorno.
rnIl ricordo è per Franco Ballerini, Monsieur Roubaix, il ct della Nazionale scomparso troppo prematuramente, a sua moglie una targa da parte del presidente della Consulta dello Sport, Alessandro Rucci.
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rnPoi, qualche ora dopo, alla città rimane il languore d’un circo che ha chiuso il suo spettacolo ed è andato via.
rnMa inobliabile sarà l’emozione d’una gioia immensurabile dentro, che ci fa pensare, ora, all’ex vigile urbano – mai andato in pensione – Franco Devanna, agli amici incrollabili della Velosprint e a Mimì Pantaleo, ex colonna della Federazione ciclistica. E’ questo il podio del merito di questa tappa, per noi.
rnE li ospita un gradino solo, quello più alto…
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rnN. B. Cliccando nella colonna a destra, tutte le immagini del Giro. Invece, grazie ai "potenti mezzi" del nostro LiveNetwork, possiamo offrirvi testimonianze testuali e fotografiche della carovana rosa nelle città AndriaRuvoCoratoTerlizziMolfetta e Giovinazzo.

mercoledì 19 Maggio 2010

(modifica il 29 Giugno 2022, 15:40)

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brancati66
brancati66
13 anni fa

Avete fotografato i cassonetti posti su Via Repubblica che al posto delle transenne (che il comune non ha o sono insufficienti) sono stati posti al centro della strada per impedire il passaggio delle auto?
Avete fotografato il caos che regnava su Piazza XXVI Maggio quando alle 13,30 sono giunti i pullman delle squadre e non c’era nemmeno un vigile (dico mnemmeno uno) per indicare loro la strada?
Avete ripreso le imprecazioni degli autisti degli stessi autobus che gironzolavano per la Città?

Delusa
Delusa
13 anni fa

Mario Sicolo se questa voleva essere la cronaca di colore della giornata, ti posso dire una cosa? Non c’ho capito niente…. hai mai pensato di fare un altro lavoro? Perché fare il cronista non è il tuo forte.

PASSSIONEDEMO
PASSSIONEDEMO
13 anni fa

Per delusa: Se mario sicolo deve cambiare lavoro tu non dovresti neanche avere il diritto di parola!!!! Sei vergognosa trova un altro mario Sicolo vediamo se ne sei capace

fiorella55
fiorella55
13 anni fa

delusa?? il problema è il tuo: non sai leggere

bobo76
bobo76
13 anni fa

Giusto per correttezza. I pulmann delle squadre sono piombati in città perchè qualcuno ha pensato bene di fregarsi i segnali della RCS dedicati al percorso dei torpedoni delle squadre. Piuttosto di prendervela (a vanvera) con Sicolo, dovreste vergogarvi di essere concittadini di simili sciacalli imbecilli !!!! Se volevano un ricordo del Giro, bastava aspettare la carovana publicitaria. E scusate se sono tenero con voi commentatori idrocefali.